
Partiamo da una considerazione molto semplice, quando fai un film tratto da un fumetto la scelta dell'attore principale ha una valenza sulla riuscita del film pari almeno al 60%
E’ finito. Non voglio fare tanto una recensione, anzi non la voglio fare per niente
Dico solo che la forza di BSG sta nei vari personaggi che l’hanno animata, vivi davvero, m’hanno fatto compagnia per 3 mesi e adesso mi viene il magone a pensare di lasciarli.
Un saluto a quella gran fregna di Tricia Helfer. Grazie di tutto.
Ciao a Romoletto e alla sua squisita causticità.
Un saluto a quello stronzo presuntuoso di Gaius Baltar, alla fine mi è riuscito simpatico pure lui.
Un Saluto ad Adama Jr, la coscienza di tutti.
Ciao a Kara, la più dura e la più fragile.
Un saluto a Saul Tigh. Niente smancerie con lui, siamo veri uomini.
Ciao a Sam Anderson, alla fine hai avuto il tuo lancio perfetto.
Un saluto alla Presidenta Roslin, che ha messo sul piatto tutto quello che aveva per trovare un posto dove tirare su la sua capanna.
Ciao a Helo e alla sua determinazione.
Un saluto a Chief Tyrol. Mi ricorda mio papà, è il complimento più bello che gli possa fare.
Un salutio a Gaeta, a Cally, al Doc, ad Athena, a Zarek, a Dualla, i numeri 1-2-3-4-5-6-ecc ecc… a tutta la banda insomma, grazie per la compagina.
E un saluto all’ Old Man, a Bill Adama. L’anima di tutta la serie, il carisma fatto uomo. Fosse una persona reale probabilmente lo odierei pure un pochetto, ma quanto lo rispetterei.
Battlestar Galactica, sotto la maschera delle battaglie spaziali tra uomini e robot ha parlato di tolleranza, del confronto col diverso, del peccato, di come scendere a patti con gli altri ma soprattutto con se stessi e i propri demoni interiori. Di colpe e di espiazione. Del sottile e precario equilibrio tra ordine e libertà.
Ha parlato di politica, di filosofia, di sociologia, di religione.
E pensare che l’ho iniziato a guardare perché volevo vedé e battaglie spaziali.
E voi che frack state aspettando?
Are you working on anything else right now for Vertigo or DC?
I’ve got the Bruce Wayne stuff that I obviously want to get on to. I have to deal with what happened to Bruce because that won’t necessarily be in the “Batman & Robin” book. Although there will be some elements of that. I’m going to do that and there’s a Multiverse book that I’m working on. It will probably take forever because the book is quite difficult to write. I’ve been spending a lot of time on it. I’ve just been doing an Earth Four book, which is the Charlton characters but I’ve decided to write it like “Watchmen.” [laughs] So it’s written backwards and sideways and filled with all kinds of symbolism and because of that it’s taking quite a long time to write. So there will be a Multiverse series coming out but that will be in 2010 or the middle of 2010. And apart from that I’m doing a bunch of work here in Hollywood. That’s why I’ve dialed back the comics a little bit.
"Per questo disco abbiamo composto sia parti più semplici e focalizzate rispetto al passato, sia le parti più bizzarre che abbiamo mai scritto probabilmente. Parlando di suono, ha un feeling molto rock, Bill e Brant hanno suonato con chitarre e amplificatori degli anni '70, abbiamo cercato di creare un suono grasso e pieno. Musicalmente siamo cambiati in questo modo, invece per quanto riguarda il songwriting abbiamo cercato di tirar fuori quello che noi siamo diventati come band, guardando i due anni appena trascorsi, c'è un'atmosfera molto profonda e sentita in quello che abbiamo composto. Per quanto riguarda le parti cantate, abbiamo cercato di creare delle melodie molto curate, anche con due voci, e che ben si adattassero alle parti suonate. Quindi in sostanza siamo cresciuti musicalmente cercando di adattare bene il cantato alle parti vocali, in termini di suono, poiché abbiamo usato questi amplificatori degli anni '70 che suonano davvero bene, e poi per quanto riguarda il songwriting perché abbiamo cercato di dare la nostra impronta fino in fondo, di comunicare quello che sentiamo in questo momento come band.Il concept tratta letteralmente di 'aprire una breccia' nel cielo, di esplorare nuove dimensioni con il corpo e con la mente, di esperienze extracorporee e viaggi in altre dimensioni...è molto psichedelico e 'trippy' come concept! »Uno strappo non solo nel cielo ma anche nella attuale discografia quindi che sforna un album nettamente differente dal resto della produzione ma dal sapore sicuramente più ricercato e fine, così come la voce abbandona il growl sconsiderato per un tono che ai fan purtisti del "no growl no party" farò storcere il naso (ma c'è gente a cui non piace Gloria dei Disillusion, non mi sorprendo più di nulla).
"...the record would tell a story dealing variously with the art aesthetics of Tsarist Russia, astral travel, out of body experiences and Stephen Hawking's theories on wormholes.[9]“There is a paraplegic and the only way that he can go anywhere is if he astral travels. He goes out of his body, into outer space and a bit like Icarus, he goes too close to the sun, burning off the golden umbilical cord that is attached to his solar plexus. So he is in outer space and he is lost, he gets sucked into a wormhole, he ends up in the spirit realm and he talks to spirits telling them that he is not really dead. So they send him to the Russian cult, they use him in a divination and they find out his problem. They decide they are going to help him. They put his soul inside Rasputin's body. Rasputin goes to usurp the czar and he is murdered. The two souls fly out of Rasputin's body through the crack in the sky(e) and Rasputin is the wise man that is trying to lead the child home to his body because his parents have discovered him by now and think that he is dead. Rasputin needs to get him back into his body before it's too late. But they end up running into the Devil along the way and the Devil tries to steal their souls and bring them down…there are some obstacles along the way.[10] ”Dailor has also said that "Crack the Skye" is meant as an homage to his sister, Skye Dailor, who commited suicide at age 14.[11]“ My sister passed away when I was a teenager and it was awful, and there's no better way to pay tribute to a lost loved one than having an opportunity to be in a group with my friends and we make art together. Her name was Skye, so Crack the Skye means a lot of different things. For me personally, it means the moment of being told you lost someone dear to you, [that moment] is enough to crack the sky."
Vocabolo usato dai Romani per designare in un primo momento speciali divinità non molto dissimili da quelle infernali (e che si credeva avessero per madre una dea alquanto vaga chiamata Mània), poi le anime dei defunti - vaganti sulla terra senza riuscire a trovare un po' di requie -, infine gli spiriti placati dagli antenati, che proteggevano i vivi dai pericoli della natura e dalle insidie dei geni malèfici. I Mani erano venerati con culto personale e familiare: il nono giorno dopo la morte, si offrivano ai defunti libagioni di acqua, vino e latte; quindi dal 18 al 21 Febbraio si propiziavano pubblicamente le loro anime, con feste pubbliche denominate Parentàlie. I Mani degli uomoni buoni eran detti Lari, quelli degli uomini malvagi Larve e talvolta Lèmuri.
la parola mani si usa raramente per designare l'anima di un defunto immaginandola come aleggiante sulla terra: (i mani di Garibaldi)
Sembra.
Però se un giorno squilla il telefono e dall’altra parte c’è Geoff Johns che vi dice “Ciao. Lo sai che io so scrivere belle storie di supereroi? Di quelle proprio classiche classiche?” voi non rispondetegli “Non prendermi per il culo, è impossibile.” perché quest’ometto qua non dice il falso, è uno dei pochissimi davvero capaci: tra Green Lantern, JSA e Action Comics negli ultimi anni non ha sbagliato un colpo (si, vabbé, uno l’ha sbagliato. I Teen Titans m’hanno fatto un po’ kakà. Ma lo perdono)
Chiariamolo subito, se siete della scuola di pensiero per cui i supereroi devono essere dark, grim and gritty o calati in contesti particolari altrimenti sono una palla e la sola idea di prendere un albo di Superman in mano vi ripugna, soprattutto se non l’avete mai fatto prima quindi a causa di un semplice pregiudizio, vi dico che la vostra è una rispettabilissima opinione, però potete pure smettere di leggere qua perché non parlerò di niente che possa minimamente interessarvi.
Arrivederci.
Ecco, adesso che siamo rimasti tra persone intelligenti possiamo andare avanti. Questa gente non capisce un cazzo, non ha mai capito un cazzo e non capirà mai un cazzo, quindi meglio se vanno affanculo lontano dalla nostra vista.
“C’hai rotto il cazzo, di che parla sto fumetto?”. E c’avete pure ragione, andiamo al sodo.
Un bel giorno cade giù dal cielo un’astronave con a bordo un bambino kryptoniano. Il governo lo sequestra per farne una cavia, ma Superman lo libera e, assieme a sua moglie Lois, lo adotta. Da quel giorno in poi il ragazzino sarà Christopher Kent (chiaro omaggio alla buonanima dell’altro Christopher, Reeve). Ma come al solito un grande male trama nell’oscurità e Chris rappresenta solo l’avanguardia di una vera e propria invasione di criminali kryptoniani in fuga dalla zona fantasma che hanno la ferma intenzione di trasformare
Questa storia si incastra a pennello in quelli che sembrano essere i piani di Johns per il personaggio finora, cioè indagare su che cosa rende Superman super. E’ soltanto merito dei superpoteri? E allora che cosa lo renderebbe migliore dagli altri se si dovesse trovare a lottare con tanti nemici potenti come lui (come in questo last son)? Oppure, sarebbe super anche senza superpoteri (discorso affrontato in Superman e
A parte un buchetto all’inizio (se qualcuno mai lo leggerà ne riparliamo) la sceneggiatura funziona, è semplice ma full of epicness, ed è così che devono essere le storie di supes. Si sente ed è gustoso il tocco di Donner (il regista dei vecchi film di Superman per chi non lo sapesse. Nel caso, vergognatevi) sullo sfondo in piccole trovate e più in generale nel creare un’atmosfera che ricorda molto Superman II. Johns tra le altre cose ha interpretato bene il rapporto supes-luthor (belle le due pagine di dialogo nell’ultimo numero) e gli approcci genitoriali di Clark che si rivede in un certo senso in Chris e cerca di dargli una mano ad orientarsi nel suo nuovo mondo, ad essere una guida per il ragazzo come lo sono stati per lui pa’ e ma’ Kent. Altro pregio è quello di essere una storia al 100% newreader-friendly: johns ha ridotto il cast all’osso e non ci sono rimandi di sorta a avvenimenti del rempoto passato, il fumetto è perfettamente fruibile da chiunque abbia visto anche solo i primi due superman insomma.
Chiudo il commento sullo “scritto” dicendo che non ricordo più quale vecchio scrittore se ne uscì una volta con “Sai di star leggendo una bella storia di superman quando, girando le pagine, senti il tema di John Williams nella testa” e devo dire che leggendo Last Son mi è successo. Non l’ho sentito forte e chiaro come nell’ultima decina di pagine di Superman e
Passiamo ai disegni, che dite? Adam Kubert è stato lento da far schifo, però queste tavole sono dei gioiellini. Fate caso al perfetto uso della prospettiva nel disegnare i palazzi di Metropolis sullo sfondo, o il dettaglio della tavola dell’ultimo numero in cui l’esercito arriva in città, oppure ancora alla particolarissimo modo con cui ha disegnato le scene ambientate nella zona negativa (in originale quell’albo è uscito anche in 3-D, con tanto di occhialini allegati. Ovviamente da noi niente). Diciamo pure che è il minimo sindacale quando ci metti un anno per disegnare 48 pagine, cioè una tavola a settimana, però… che meraviglia!
I colori sono di James Stewart, l’uomo che ha vinto 4 eisner negli ultimi 5 anni come miglior colorista, non credo di dover aggiungere altro.