Guttentag viene dai documentari, dai primi cortometraggi di "You don't need to die" all'abbastanza famoso (ma non sapevo fosse suo) Twin Towers.
Non cambiano molto le carte in tavole in Live!, girato sotto forma di Mockumentary (si possa chiamare un genere in modo più ridicolo?) che appare troppo grottesco da sembrare minimamente reale facendo cadere tutto il baraccone metafilmico già dopo pochi minuti.
Live! parla di una giovane donna in carriera (incredibilemavero una Eva Mendes forse nel suo ruolo migliore) in un emittente televisiva sull'orlo della crisi che da vita a un reality basato sulla roulette russa.
Punto.
Che vuol dire? che la "sottile" ma manco tanto critica che il film vorrebbe fare è giù ben chiusa fatta e finita nel concetto stesso, l'inutile rappresentazione dell'estremismo dei realità diventa una futile messa in scena di situazioni e frasi che non hanno niente da dire oltre il loro aspetto più superficiale.
Quindi è un brutto film? no, neanche tanto, si lascia seguire, ha un buon ritmo, ha una attrice che da una marcia in più con un ruolo cinico e ambiguo e dei buoni colpi di scena, nonchè una gradevolissima rappresentazione dell'ipotetico show della morte molto cinico e caricaturale che riesce meglio nell'intento di ricreare il dualismo televisivo e filmico nella tensione di vedere chi sarà il "fortunato" a beccarsi la pallottola facendo leva sullo stesso "becero" sentimento di morbosa curiosità sul chi muore e chi vive, che però assume una forma ben diversa da una scelta di pura finzione in un film e la bellissima abitudine di rallentare con la macchina vicino i luoghi degli incidenti per vedere se c'è un cavadere.
Fallisce piuttosto nel voler indagare sul fenomeno dei reality e sui loro scopi e metodologie che sono palesi sotto gli occhi di tutti ,senza che nessun film venga a proporne facili scandali senza poi offrire chiavi di lettura che non siano molto soffuse e superficiali.
Preso per un divertimento a se fa passare un ora piacevole, ma fermatevi lì, la satira e i temi sociali sono ben altre cose.
Piccola variazione sul genere molto più riuscita? la mini serie british Dead-Set, dove in un ipotetico show del grande fratello irrompono una mandria di zombie famelici e affamati.
Cattivo, cinico e iper violento, e senza false pretese di facili moralismi.
Insomma una prova buona, che avrebbe potuto dare molto di più, aprendo molte parentesi e spunti interessanti di cui parlare, ma non lo fa, e non va certo a me di scavare la dove il regista non ha voluto alla ricerca di verità pindariche da scoprire.
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