sabato 28 marzo 2009

Battlestar Galactica



NEVADE: 
Vediamo di capirci, questa non è una recensione, ne un commento, non è una preview della trama e ne altro.
No, questo è un elogio.
Un elogio a un uomo in particolare, mentre dietro cui si cela il tutto ( Ronald D. Moore) e tutte le persone che hanno lavorato in sinergia per dare vita a questo.
Quando ti imbatti in un serial, capace fin dalla prima mezz'ora di farti appassionare, emozionare e affezionare a tutti i suoi personaggi (quasi tutti :gaiusbaltar: )  e di saper reggere tutta la baracca per quattro stagioni, non solo non perdendo praticamente quasi mai un colpo su tutta la linea narrativa, ma con la capacità di saper tenere viva l'attenzione di puntata in puntata in un escalation di qualità come rarissime volte si vedono in questi prodotti in cui puoi dire che "Cazzo la quarta stagione era addirittura migliore della prima".
Quando trovi personaggi caratterizzati divinamente, inquadrati in un macro cosmo sociale in continua evoluzione capace di variare, reinventarsi e soprattutto maturare i comportamenti dei suddetti in modo assolutamente splendido, emozionante e tremendamente realistico ( e adesso capisco il paragone con the Wire da dove esce fuori) senza MAI, e ripeto MAI tralasciare che la trama si sovrapponga al personaggio (Lost avrebbe molto molto da imparare da questo).
Quando semplicemente ti bastano due episodi per capire che il tema della sigla già da solo è capace di farte venire i brividi, quando ti ritrovi davanti a un finale come quello della terza stagione che meriterebbe un plauso senza fine al montaggio audio-video, quando ti ritrovi Orsetto Mcreary al massimo della forma che tira fuori una colonna sonora che volente o nolente finirà almeno per due tre pezzi a ossesisonarvi per un bel po.
Quando trovi un serial si sci-fi scritto veramente da dio, quando trovi un opera tutto fuorchè buonista, che affronta temi piu o meno delicati con realismo e crudezza senza cedere ne a facili moralismi ne tanto meno a giochetti blandi per soverchiare gli eventi.
Quando trovi degli attori capaci di dare vita a personaggi vivi, che respirano, soffrono, ridono, affrontano scelte sempre più difficili e situazioni sempre più drammatiche.
Perchè possiamo parlare delle battaglie spaziali girate benissimo, della trama che rimanda quasi a un classicismo lirico, a una fotografia smarmellata che ahimè troppe volte non rende giustizia all'ottima regia.
Ma scremando il tutto quello che pulsa, che rimane il cuore di BSG sono i personaggi, e non potrete arrivare all'ultima puntata e pensare "Cristo, ho l'impressione che queste persone mi mancheranno" come se stesse salutando per sempre un caro amico stato per un lungo viaggio vicino a voi.
Beh signori non so voi, ma io ho solo una parola per descrivere il tutto:
Capolavoro.

"Starbuck, what do you hear? 
"Nothin' but the rain sir"
"Then grab your gun and bring the cat in"

RAGNAROKKER: 

E’ finito. Non voglio fare tanto una recensione, anzi non la voglio fare per niente

Dico solo che la forza di BSG sta nei vari personaggi che l’hanno animata, vivi davvero, m’hanno fatto compagnia per 3 mesi e adesso mi viene il magone a pensare di lasciarli.

Un saluto a quella gran fregna di Tricia Helfer. Grazie di tutto.

Ciao a Romoletto e alla sua squisita causticità.

Un saluto a quello stronzo presuntuoso di Gaius Baltar, alla fine mi è riuscito simpatico pure lui.

Un Saluto ad Adama Jr, la coscienza di tutti.

Ciao a Kara, la più dura e la più fragile.

Un saluto a Saul Tigh. Niente smancerie con lui, siamo veri uomini.

Ciao a Sam Anderson, alla fine hai avuto il tuo lancio perfetto.

Un saluto alla Presidenta Roslin, che ha messo sul piatto tutto quello che aveva per trovare un posto dove tirare su la sua capanna.

Ciao a Helo e alla sua determinazione.

Un saluto a Chief Tyrol. Mi ricorda mio papà, è il complimento più bello che gli possa fare.

Un salutio a Gaeta, a Cally, al Doc, ad Athena, a Zarek, a Dualla, i numeri 1-2-3-4-5-6-ecc ecc… a tutta la banda insomma, grazie per la compagina.

E un saluto all’ Old Man, a Bill Adama. L’anima di tutta la serie, il carisma fatto uomo. Fosse una persona reale probabilmente lo odierei pure un pochetto, ma quanto lo rispetterei.

Battlestar Galactica, sotto la maschera delle battaglie spaziali tra uomini e robot ha parlato di tolleranza, del confronto col diverso, del peccato, di come scendere a patti con gli altri ma soprattutto con se stessi e i propri demoni interiori. Di colpe e di espiazione. Del sottile e precario equilibrio tra ordine e libertà.

Ha parlato di politica, di filosofia, di sociologia, di religione.

E pensare che l’ho iniziato a guardare perché volevo vedé e battaglie spaziali.

E voi che frack state aspettando?

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