Ultima fatica del regista nipponico Mamoru Oshii già famoso per quel Ghost in the Shell che, insieme all'Akira di Katsuiro Otomo, scosse le fondamenta della fantascienza animata e non solo, Sky Crawlers è l'adattamento dell’omonima novel di Hiroshi Mori il quale ha dato il suo assenso al progetto solo dopo essere venuto a conoscenza del coinvolgimento di Oshii.La storia è ambientata in una sorta di dopoguerra immaginario in cui l’uomo ha superato ogni tipo di conflitto e la guerra sopravvive come un evento drammaticamente ludico, per ricordare agli uomini cosa sia in realtà la pace.
Protagonisti sono i kildren, frutto di esprimenti genetici che li hanno relegati in una eterna fanciullezza, resi immortali solo per poter morire in battaglia.I momenti più impressionanti dal punto di vista grafico sono infatti le stupende battaglie aeree, che in 1080p sono davvero da mascella slogata, realizzati in un’ottima computer grafica, e animati da Dio, non assistiamo però a quegli affascinati contrasti fra 2d e 3d che avevano caratterizzato ghost in the shell innocence.
Non fatevi però ingannare, questo non è per niente un anime d’azione e le batteglie sono soltanto un contorno, quasi un orpello per quanto spettacolare, la parte del leone dal punto di vista narrativo, sono le sequenze a terra, qui il 2d la fa da padrone, gli sfondi sono essenziali, forse un po’ spogli così come il chara (affidato a Tetsuya Nishio) molto essenziale, tale scelta non è però dettata da una mancanza di cura ma è una sceltà ben precisa tesa a rendere i killdren simili quasi a bambole, o pupazzi.Ciò su cui il film focalizza la sua attenzione sono i rapporti che intercorrono fra i killdren in particolare Yūichi Kannami e Suito Kusanagi (quest’ultima doppiata da Rinko Kukuchi attrice giapponese candidata all’Oscar per il film Babel di Alejandro González Iñárritu), Kannami è un pilota appena giunto alla base dei killdren di cui la bella Kusanagi è comandante, per prendere il posto di un pilota recentemente perito, pare, per mano del comandante stesso, qui viene iniziato dal suo compagno di stanza Tokino alla vita di caserma e non solo, fra bevute e incontri con donnine allegre (neanche tanto :look:), consapevoli che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo.
I killdren sono bambini, ma hanno gli atteggiamenti e i bisogni di adulti, e come tali si interrogano sul significato della loro esistenza, sul perchè del loro quotidiano purgatorio, e sulla loro misteriosa origine, fra un futuro incerto e un passato quanto mai fumoso.Oshii abbandona qui la verbosità e il citazionismo di ghost in the shell innocence, il cane però naturalmente lo lascia (:fag:) .
Ora passiamo al commento schietto, che mi sono rotto di cercare di scrivere forbito, stò film è una figata, non è ai livelli di quel capolavoro di Jin-Rho (vedetevelo, non andare in giro a riempirvi la bocca di anime qui anime là se non lo avete visto) ne dei due ghost in the shell, ma è davvero un buon film, i killdren sono vivi e reali, le loro vicende appassionanti e inquetanti :abbiamo sti criaturi che bevono fumano e vanno a puttane, che cercano di andare avanti nonostante tutto, che amano e si ammazzano fra di loro per una guerra senza alcun senso, che fanno finta di non sapere quale sia la loro origine ma che nel profondo sannò chi sono, cosa sono ma soprattutto chi erano e nonostante tutto vanno avanti, all’infinito. Ah già le musiche sono del solito Kenji Kawaii che diciamocelo, c’ha rotto il cazzo con sti cori di vocine strozzate.
Nessun commento:
Posta un commento