mercoledì 1 aprile 2009

GYO

GYO è un manga, diviso in due volumi di Junji Ito, un "famoso" (aoh!) mangaka horror che avuto i suoi quindici minuti di gloria con l'ondata di J-Horror avvenuta con The Ring che ha portato su schermo il suo manga più famoso, Tomie (ri-aoh!).
Insomma, siamo di fronte a un altro titolo catalogabile come "ah nevà ma sta roba ndo cazzo la ricacci?" che queste sere mi allieta il tempo.
Se Girls era un fumetto quantomeno costruito su un contesto un po strambo ma decisamente solido questo Gyo è una delle cose più scellerate che ricordi di aver letto ultimamente.
Mi dicono dalla regia che il signor Ito sia stato perfino candidato al Will Eisner, che insomma mica gli stamo a di cotica, cosa che comunque non diresti MAI presentadoti davanti a Gyo e leggendo la quarta de copertina, riassumibile con:
"Ah na certa non se capisce tanto bene come ce stanno du ragazzini a fa na vacanza a tipo la Gaeta dei giapponesi quanno dar mare comiciano a usci i pesci cheeee zampe da ragno"
Si, fondamentalmente il manga si apre con una sorta di triglia panata manco tanto appetitosa che corre zompettando allegramente nella casa estiva rovinando non poco la vacanza del protagonista (vorrei vede se mentre uno prepara l'impeata di cozze te ritrovi i gamberetti del contorno che corrono pe la cucina zompando sul fornetto a microonde).
Se già la cosa appare li per li abbastanza folle ( e alquanto schifiltosa) in meno di dieci pagine si cade in una spirale di follia e orrore non esente da momenti di estrema lucidità narrativa ma soprattutto un sincero, autentico e frizzante gusto per lo schifido e l'orrorifico (parliamo sempre di un aspirante Eisner-winna, too ricordi signò?) che si 
può accomunare come senso di fastidio e dell'uso e disuso della al migliore Cronemberg.
In un crescendo di atrocità, mostruosità e aberrazioni (parliamo di due volumi da 20 capitoli, se già al terzo capitolo ti giochi la carta squalo bianco con le zampone ragnone che rincorre la gente per i corridoi, oltre ad essere epic win mi lasci presagire che hai in serbo faville per dopo!) supportate da una linea narrativa che sinceramente non si esalta per chissà quale trovate ne sensi dalla dubbia morale, ma funge da preteste per l'horror fest che corre sulle pagine (e non siamo neanche a livelli altissimi di splatter, si parla di schifildume a livello prettamente ideologico) con una trovata più folle e estraniante di quella prima (si comincia coi pesci che corrono ma non vi dico come si finisce) che accattiva il lettore dando quel piacevolissimo senso di "non ce sto a capi un cazzo de che sta a succede ma sto tizio sta fori come un partito de centro-sinistra alle primarie daaa Lega che vojo vede do cazzo vo anna a parà!"
Non è proprio un fumetto dee paura, nemmeno un horror da chissà quali pregni significati filosofici,fondamentalmente ce stanno gli squali che rincorenno la gente per la via prima di una rapidissima discesa in una sorta di inferno cronembOrghiano (bada che citazione!) fatto di gas, putrescenze e schifidume.
Te pare poco?

PS: menzione d'onore a due capitoli bonus a fine trama, slegati dalla frittura de pesce, ovvero due racconti su un uomo rimasto intrappolato sotto un pilastro di casa sua e un gruppo di "montagnoli" che trovano, sulla parete di una montagna scalata, dei "tunnel" bui a forma si sagoma di persona, a rendere tutto più inquietante il fatto che ogni sagoma è "perfettamente" levigata per ognuno di loro...

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