giovedì 23 aprile 2009

Mushishi


Questo di cui vi parlo ora è un anime che mi sta molto a cuore e che si è meritato un posticino di rilievo nel mio già affollato cuoricino al fianco dei film di Miyazaki, Oshii, Kon e di serie come Cowboy Bebop ed Evangelion.

Mushishi si ispira all’omonimo manga di Yuki Urushibara, tra l’altro compare di quel Ashinano Hitoshi autore di Yokohama Kaidashi Kikou di cui vi parlai un po’ di tempo fa (in giro per la rete si trovano due belle immagini in cui un autore disegna i personaggi dell’altro).

Il manga mi pare si sia concluso l’anno scorso col decimo tankobon e ne è stato tratto anche un (mediocre) film con attori in carne e ossa con alla regia Katsuiro Otomo (si proprio lui).

 Ambientato in un epoca indefinita, probabilmente fine ottocento o inizi del novecento, il protagonista  è Ginko, di mestiere fa il mushishi, il mushishi è un cacciatore e studioso di mushi, il quale vaga per le montagne del Giappone studiandoli e risolvendo i problemi che spesso essi causano agli umani, incapace di fermarsi in un luogo per troppo tempo essendo una specie di calamita vivente per i mushi.

Ma cosa sono i mushi? I mushi sono degli esseri i quali possono essere visti solo da alcune persone o in alcune circostanze, la loro natura è antica e misteriosa. Di seguito la definizione dello stesso Ginko:

 “Supponiamo che le quattro dita della mano siano gli animali, e il pollice rappresenti le piante, gli esseri umani sono qui, sulle punte delle dita, questo significa che sono gli esseri più lontani dal palmo della mano, ossia la terra. Le creature vicino al palmo sono anche le meno evolute, se segui le linee dei vasi sanguigni esse convergono verso il polso, qui ci sono i batteri e i microbi, quando si scende così in profondità è difficile capire se si ha a che fare con animali o piante. Ma ci sono cose più antiche di queste: nel braccio, nella spalla, e forse in questa zona, nel cuore c’è un mushi conosciuto come Midori Mono. Sono l’essenza della vita stessa. A causa dello stretto legame con essa la loro forma e struttura risultano essere ambigue, inoltre non tutti sono visibili.”

 L’anime è costituito di 26 episodi autoconclusivi il cui unico personaggio fisso è il protagonista .

Questa è una serie che conquista grazie all’atmosfera che riesce a creare, immergendoti in questo mare, a volte quasi opprimente, di verde.

Questo è un anime molto delicato,quasi l’equivalente animato di Yokohama Kaidashi Kikou (che pure ha una sua controparte animata ma non vi perdete niente) ogni puntata è una poesia, e se il mondo vi sputa addosso Ginko e qui apposta per raccontarvi una bella favola, a volte oscura, a volte triste, inquietante ma sempre pregna di significato, è un anime come non se ne fanno più , mi ha trasmesso un senso di pace e di calma come mai nessun cartone animato aveva mai fatto.

 Colonna sonora superba e di atmosfera(ce l’ho fissa sul lettore mp3 e sono tre anni che la ascolto mentre studio, dall’esame di istologia per essere precisi, mi portò bene e da allora è un rito :asd:) sfondi spettacolari in cui la natura appare viva e pulsante, se proprio devo muovergli una critica il character design è un po’ ripetitivo.

 Mushishi è l’anime che più consiglio in giro, nessuno ne è mai rimasto deluso e fra i miei amici è praticamente un cult, periodicamente da bravi nerdacci ci riuniamo in casa, stacchiamo il telefono, lasciamo le eventuali fidanzate fuori e ci spariamo 5-6 episodi di mushishi, ne usciamo calmi, sereni e leggeri come ci fossimo fatti una sigarettachesigarettanonè:look:

 Dategli una chance.

Sennò vengo a casa vostra e vi picchio fortissimo con un randello, dico soprattutto a te Mik che tanto sappiamo dove abiti!

(Special thanks to google maps)

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